Teatro Noh
Il teatro tradizionale giapponese, NÔ e Kabuki, si fonda sul concetto di kata (forma).
Il kata è una precisa convenzione drammatica trasmessa da maestro ad allievo.
L’allievo deve imitare con precisione massima, in ogni sfumatura, tutto ciò che il maestro esegue. Ciascun ruolo di un’opera teatrale ha un suo specifico kata che prescrive ogni movimento, ogni minima intonazione della voce, ogni dettaglio dell’interpretazione.
Da ciò deriva che l’espressione , nel teatro NÔ, non è legata all’esteriorità bensì avviene all’interno, nello hara ( centro dell’energia dell’individuo e della sua coscienza).Di fondamentale importanza dunque l’attenzione posta sulla spiritualità, caratteristica per altro, presente nella tradizione delle varie arti giapponesi ed orientali in genere.
Il Teatro Nō è stato influenzato dallo Zen e dal Ken (l’arte della spada). Da un punto di vista storico lo sviluppo del NÔ precede il Kabuki .
Maestro indiscusso fu Zeami ( 1363 circa-1443 circa) attore e drammaturgo e successivamente monaco zen. Egli ne fissò la forma e il canone artistico sia sul piano della recitazione sia su quello della struttura drammaturgica e della scenografia. A lui si devono circa cinquanta drammi.
Nel Noh troviamo una forma fissa di palcoscenico:
il palcoscenico per gli attori è quadrato e vi si unisce una specie di retro-palcoscenico più piccolo per i musicisti, sulla sinistra si trova il palco del coro ( il palco è rivolto a nord e dunque il coro si trova ad est) , e un lungo ponte coperto collega il retro palco e serve da passaggio per gli attori e i musicisti. Un tetto copre la costruzione.
Nel NÔ vengono utilizzate maschere: ogni maschera mostra una certa tendenza dell’anima e i gesti e i movimenti dell’attore, i differenti tagli di luce su di essa, la rendono viva e palpitante.
Una delle leggi fondamentali è la struttura tripartita: Jo Ha kyu ( inizio/ sviluppo e fine) che impronta il tempo psichico interiore, cioè pone al centro il fluire delle emozioni.
Come in ogni ritualistica religiosa anche nel teatro NÔ la scenografia, la coreografia, la regia e l’azione drammatica non conoscono cambiamenti: i gesti, le maschere, tutti gli elementi sono codici portatori di significati profondi che si ripetono da secoli nelle cinque scuole che gestiscono questo teatro.
Il NÔ è dunque una rappresentazione nel senso più elevato del termine, un rito, e il suo intento è spirituale.
Alcuni fra i tantissimi testi sul teatro Noh-
Zeami, Il segreto del teatro nō, Milano, Adelphi, 2002
Komparu, Kunio, The Noh Theater, Principles and Perspectives, Tokyo: Tankosha, 1983
Matteo Casari, Teatro Nō. La via dei maestri e la trasmissione dei saperi, Bologna, Clueb, 2008
Matteo Casari, La verità dello specchio. Cento giorni di teatro Nō con il maestro Umewaka Makio, Pozzuolo del Friuli: Il Principe Costante, 2001
Gian Carlo Calza, Il fiore del demone. L’incanto sottile del dramma nō, Milano, Editoriale Nuova, 1983
Mishima, Yukio, Cinque nō moderni, Milano, Guanda, 1984
Testi sul teatro con riferimenti al Noh:
Eugenio Barba, La canoa di carta, Bologna, Il Mulino, 1993
VictorTurner, Antropologia della Performance, Bologna, Il Mulino, 1993

MASATO MATSUURA
Formatosi con il Maestro Tetsunojyo Kanze VIII è stato "Uchi Deshi" (live-in apprendista) dal 1988 al 1992. Ha partecipato a spettacoli in diversi teatri di tutto il Giappone, come il teatro Nazionale Noh e in particolare le prestazioni per la regia di Hideo Kanze.
Dal 1992 Matsuura ha studiato teatro moderno occidentale e giapponese e ha esplorato tecniche diverse, oltre a continuare con il teatro classico giapponese.
Nel 1992 ha anche studiato il Karate, Duello Itto Ryu Kenjutsu, e Iaijutsu e moderno Kendo. Ciò lo ha portato ad approfondire altri metodi e tecniche che non danneggiano il corpo.
Nel 2000 ha iniziato ad addestrarsi al combattimento con la spada - scuola Niten a Tokyo, e Aiki jyujitsu (origine Aikido) con il Maestro Daittoryu Yoshimaru Keisetsu, e anche il Tai Chi a Tokyo. Questa combinazione di teatro e arti marziali porta una comprensione più profonda del movimento fisico e l'espressione corporea per permettere una maggiore fluidità e una dimensione fisica più forte, che è la base del teatro tradizionale giapponese che riunisce, la danza, la musica e le armi.
Con sede a Parigi dal 2006, Matsuura ha creato la scuola sayu e LES DEUX Spirales dojo nello stesso anno e attualmente insegna in tutta Europa, Africa e Asia. Workshop e master class sono previsti per gli artisti, come ad esempio, gli attori, ballerini e musicisti per contribuire a migliorare le loro tecniche, movimenti corporali e espressioni vocali.
Matsuura dirige e si esibisce regolarmente in moderni e tradizionali play e recita, presta la voce e narra per il cinema e la televisione.
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